a cura di Elisa Molinari
Periodo espositivo: 21 aprile • 12 giugno 2016
Montrasio Arte è lieta di annunciare la mostra SEGNO > AZIONE > TERRA che, attraverso un’accurata selezione di opere, mira a ripercorrere una stagione artistica forse tra le maggiori e più affascinanti dell’ultimo secolo: la Land Art.
Christo, Dennis Oppenheim, Walter De Maria, Michael Heizer, Gordon Matta-Clark e gli europei Richard Long e Jan Dibbets sono i grandi protagonisti visibili in mostra con i loro disegni, cartine geografiche e in numero maggiore fotografie.
Questi artisti sono accomunati in particolare dalla volontà di estendere il proprio campo operativo oltre le pareti delle gallerie – white cube – e da una nuova concezione dell’opera d’arte non come risultato estetico in sé compiuto bensì come episodio di un processo: un’opera aperta, effimera, destinata a essere riassorbita nel flusso inarrestabile della natura.
L’esposizione indaga quindi il loro relazionarsi con l’ambiente circostante e l’intervento su di esso che sia la semplice e primordiale azione del camminare, lasciando effimere tracce del passaggio mediante minimi interventi come la disposizione geometrica di elementi naturali raccolti in situ da Richard Long o il tracciare per mezzo di camion, motociclette una serie di cerchi nelle distese desertiche del Nevada, concepite da Michael Heizer come una tabula rasa da disegnare e plasmare su grande scala. La processualità data da azione e segno e l’opera temporanea che ne deriva sono tramandati e documentati in particolare dalla ripresa fotografica e video. Nello specifico, il medium fotografico rappresenta motivo d’indagine e riflessione cui gli artisti si avvicinano in maniere differenti per trasmettere o semplicemente documentare i loro interventi sul paesaggio che si identifichi con le regioni desertiche e remote della Lapponia, del Sahara o i siti industriali abbandonati ai margini delle città.
Evidenti appaiono i molteplici approcci: dalla fotografia in bianco e nero di Fulton accompagnata da brevi descrizioni che registrano sensazioni e piccoli accadimenti durante i suoi lunghi cammini, ai collage in sequenza di Dibbets – come in Sea 1974 – attraverso i quali sperimenta la costruzione ottica dello spazio. E ancora dal collage circolare di diametro superiore ai due metri eseguito da Heizer – Circular Surface 1970 – che sembra voler gareggiare con la grandiosità e il titanismo dei suoi interventi sul territorio, alle fotografie-cibachrome di Godon Matta-Clark: di notevoli dimensioni, cariche di un nuovo vocabolario di colori, queste sono tagliate e disposte in composizioni fortemente dinamiche, permettendo all’artista di esplorare e catturare la complessità spaziale da lui creata nei building cuts, trasmettendo “the all-around experience of the piece”.
Il medium fotografico, slegato dal compito di una mera documentazione, rientra con forza nel campo allargato dell’arte di quegli anni e grazie ad esso le opere di Land Art o le operazioni site-specific di Matta-Clark – fruibili in un determinato tempo e luogo – diventano esperibili e mentali.
SEGNO > AZIONE > TERRA oltre a rientrare in una specifica linea espositiva particolarmente sentita e indagata negli ultimi anni da Montrasio Arte, aderisce alla rassegna milanese di PhotoFestival che si svolgerà contestualmente al periodo di apertura della mostra.