Giuseppe Civitelli. Revealing
Montrasio Arte inaugura la mostra: Giuseppe Civitelli. Revealing. A cura di Lorenzo Fiorucci e Ruggero Montrasio, l’esposizione indaga la vicenda artistica di Giuseppe Civitelli (Aiello Calabro 1907 • Roma 1990), focalizzando la propria attenzione temporale al periodo 1946 • 1966. Sono ordinate le straordinarie composizioni plastiche e le preziose opere pittoriche, che trovano la loro sintesi, nell’unicità della composizione formale, sia essa espressa tridimensionalmente che bidimensionalmente. L’unicità grafica e l’originalità segnica nell’opera di Civitelli rivelano una figura poco nota al grande pubblico ma il cui spessore artistico è di stupefacente qualità ed attualità.
L’operato di questo artista è magistralmente illustrato nelle parole di Lorenzo Fiorucci: “quella di Giuseppe Civitelli è una ceramica che non teme di confrontarsi con la decorazione, né tantomeno con la forma, è anzi approfondendo la sua ricerca, dalla metà degli anni Cinquanta, su queste due direttrici che inizia a ricevere l’apprezzamento in contesti espositivi di tutto prestigio. Ai riconoscimenti del premio Faenza, proprio sulla decorazione, e a quelli ministeriali seguono le prime importanti mostre in gallerie come il Cavallino di Venezia o la Marguttiana di Roma, presentato da colleghi come Marino Mazzacurati o da poeti come Libero De Libero, già talent scout di un giovanissimo Leoncillo ai tempi della Cometa. Caratteristica delle ceramiche di Civitelli sono dunque forme e decori, le prime leggere e organiche tanto da cogliere la lezione di Picasso, costruite in un soffio di fiato con estro e originalità. I secondi intensi e decisi, capaci di dialogare con i linguaggi astratti europei, da Klee a Mirò passando per arabeggianti orientalismi e primitivi segni. Caratteristiche che fecero apprezzare le sue ceramiche nell’immediato, anche oltre i confini nazionali approdando oltre oceano, in particolare a New York, dove incontrarono il gusto di sofisticati collezionisti oltre che quello di un’epoca di vitalità e rinnovamento”.
La figura del Maestro romano viene contestualizzata nella mostra attraverso dialoghi con artisti a lui coevi, fra cui Giuseppe Capogrossi (Roma 1900 • 1972), Fausto Melotti (Rovereto 1901 • Milano 1986), Giulio Turcato (Mantova 1912 • Roma 1995) e Franco Bemporad (Firenze 1926 • Marciano della Chiana 1989) e artisti contemporanei come Fumitaka Kudo (Niigata 1981). L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione, la prima monografia dedicata all’artista, per i tipi di Silvana Editoriale con saggi di Daniela Collu, Lorenzo Fiorucci e Laura Canella.
Giuseppe Civitelli è nato il 26 agosto del 1907 ad Aiello Calabro, in provincia di Cosenza, figlio di Adolfo Civitelli e Vittoria Giannuzzi. Nel 1926 consegue il diploma di abilitazione all’insegnamento elementare e diventa insegnante di una scuola primaria a Cosenza e dal 1932 ricopre anche incarichi direttivi in scuole italiane all’estero di diverse città europee, fra le quali: Berna, Barcellona, Budapest, Metz, Galatz, Auch, Belgrado, Hayingen, Monaco di Baviera e Tirana. Il 18 settembre 1938 sposa Angela Panciera nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale a Roma. Insieme hanno avuto tre figli: Marcella, Giacomo e Maria Vittoria. Nel 1943 gli eventi bellici lo costringono a rientrare ad Aiello, non potendo per gli stessi risiedere a Roma. Nel 1945 poi ristabilisce a Roma. Nel 1946 è nominato Preside della Scuola Elementare Statale Umberto Cerboni a Roma, all’interno della quale organizza un laboratorio di ceramica, sotto la guida di Alvaro Ciancamerla. Nel corso della sua carriera artistica Civitelli ha partecipato a diverse edizioni di concorsi per l’arte della ceramica, quali il Concorso Nazionale della Ceramica al Museo Internazionale delle Ceramiche a Faenza (dal 1953 al 1960), la Mostra Mercato Nazionale dell’Artigianato nella Fortezza da Basso di Firenze (1954-1955) e la Mostra Nazionale della Ceramica a Vicenza (1954), vincendo importanti premi. Inoltre fra le esposizioni più significative dei suoi lavori ricordiamo la partecipazione alla X Triennale di Milano (1954); alla fiera-mostra dei 100 Pittori a Via Margutta a Roma (1955); alla mostra Omaggio a Modigliani di dodici ceramisti alla Galleria del Vantaggio a Roma (1955); alla XXVIII Esposizione Biennale Internazionale D’Arte a Venezia (1956); alla V Mostra D’Arte di Via Margutta a Roma (1956); alla mostra collettiva alla Discothèque di Milano (1958); al VIII Maggio di Bari. Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea (1958). Inoltre organizza delle mostre personali alla Galleria San Marco a Roma (1955); alla Galleria il Cavallino a Venezia (1957); alla Galleria La Chiocciola di Padova (1958); alla Galleria d’Arte Il Torcoliere a Roma (1959); alla Galleria Don Chisciotte a Roma (1966); alla Galleria San Marco in occasione della Marguttiana a Roma (1973), in occasione della quale espone dipinti e grafiche 1952-1972. Civitelli diventa anche socio della Federazione Nazionale degli Artisti a Roma, luogo privilegiato d’incontri fra intellettuali e artisti, dove stringe legami di amicizia con importanti personaggi della scena culturale dell’epoca, fra i quali Carlo Levi e Marino Mazzacurati. Nel 1966 si congeda dall’insegnamento e comincia a dedicarsi soprattutto alla grafica. Il 30 novembre 1990 muore a Roma.
Periodo espositivo: 17 maggio • 29 luglio 2022
Orari: mar • ven 11.00 • 18.00
Montrasio Arte • via di Porta Tenaglia 1 • 20121 Milano
T 02.878448 • 02 878522
milano@montrasioarte.com
FUMITAKA KUDO
NUOVE SCULTURE e un omaggio a SALVATORE FANCELLO
Montrasio Arte via De Amicis 19 Monza
La mostra si impernia su un gruppo di opere in marmo dello sculture giapponese Fumitaka Kudo (Niigata 1981) e su una ventina di disegni inediti da lui dedicati al ceramista sardo – che si formò all’ISIA di Monza – Salvatore Fancello (Dorgali 1916-Bregu Rapit, fronte albanese 1941). Fumitaka indaga con segno preciso corpi e musi di animali che furono cari al bestiario di Fancello, in una trascrizione che mostra di aver colto il clima ironico e fiabesco in cui lo scultore sardo trentenne declinò la propria affascinante iconologia.
Di Fancello saranno esposti pezzi ormai famosi come il gruppo del Cinghiale con piccolo in terracotta appena toccata dal colore e la Scimmia che si copre gli occhi, coloratissima terracotta invetriata realizzata presso la bottega albisolese di Mazzotti dove il giovane artista sardo lavorò accanto a Lucio Fontana nell’ultimo terzo degli anni Trenta in un breve ma intenso periodo creativo prima della precoce scomparsa nella seconda guerra mondiale.
Di Fumitaka Kudo saranno esposte nuove importanti opere del ciclo Shinkai – Abissi in marmo bianco statuario, astrazioni plastiche di creature acquatiche, levitanti e mobili su perni, oltre ai Germogli, sorta di foglie sottili puntate al cielo, veri pezzi di bravura, alla Sequence of space in marmo nero del Belgio e a un gruppo delle Cube Houses, ormai noto da vari appuntamenti internazionali.
MONTRASIO ARTE
via De Amicis 19
20900 Monza
mar – sab 10.00 / 12.30 – 15.30 / 19.00
ingresso libero t. +39 039 321770
GLORIA VERGANI
LORENZO MENEGAZZO
MAGNIFYING GLASS
8.09.2020 • 15.11.2020
In occasione di Milano Photofestival, Montrasio Arte è lieta di presentare Magnifying Glass, un dialogo tra due artisti giovanissimi: Gloria Vergani (Milano 1995) e Lorenzo Menegazzo (Modena 1996).
Lei riflette su un’esperienza traumatica personale, quando sul suo tessuto epidermico si imprimono, per un effetto psicosomatico, delle macchie bianche. Una diversità corporea che risulta ancor più esasperata se contestualizzata nella società odierna, che elogia e sponsorizza instancabilmente la bellezza e modellazione del corpo femminile, come requisito imprescindibile per l’attribuzione della qualità di femminilità. L’artista affronta quindi una fase di rifiuto iniziale e attraversa un processo catartico di ridefinizione di sé stessa, metaforizzato con la vita delle api e il loro lavoro di impollinazione per trasformare il nettare in miele. Abbandonati gli stigma sociali, in Costellazioni, Gloria Vergani elabora finalmente la ridefinizione simbolica ed emozionale della sua particolarità estetica e le sue cicatrici perdono la loro connotazione traumatica. Rivendicando quindi la bellezza della sua imperfezione e della sua unicità, la sua schiena diventa un cielo su cui brillano non più macchie bianche ma stelle, a ognuna delle quali può essere affidato un desiderio. Per quest’occasione, Gloria Vergani ha scelto di collaborare con la scrittrice e lettrice Chiara Zocchi (Varese 1977), da sempre al fianco dei giovani artisti e attualmente impegnata in un progetto sulla lettura e sulla “nota a margine”.
Lui, invece, si dedica ad un periodo di ricerca svolto tra i paesi più colpiti dal sisma del 1976 in Friuli. Studia il movimento dinamico in relazione alla catastrofe del terremoto attraverso un processo di analisi svolto in loco, analizzando l’evento come puro movimento geofisico che resta fuori dal controllo dell’uomo che percepisce come innaturale il naturale. Lorenzo Menegazzo riporta l’attenzione sull’aspetto più primitivo, mettendo da parte il repertorio canonico della tragedia per creare una scultura mobile che non solo replica la dinamica e il mutamento del sottosuolo, ma che vuole esorcizzare la paura e il senso d’inquietudine provocati da ciò che è invisibile e nascosto sotto chilometri di terra buia. L’esposizione è accompagnata da un testo inedito, che lo scrittore e amico Sandro Campani ha elaborato a partire dalla scultura dell’artista creando così un’intima sinergia tra il lavoro scultoreo e quello letterario.
MONTRASIO ARTE
via di Porta Tenaglia 1
20121 Milano
mar – ven 11.00 / 18.00
ingresso libero t. +39 02 878448